Il Colloquio Clinico in ambito pedagogico -modalità sincrona
Perfezionamento Professionale
Direzione scientifica Massimo Maraviglia
Premessa
Il colloquio pedagogico ad orientamento clinico è una delle pratiche caratteristiche del pedagogista. Essa parte anzitutto dall’analisi delle dinamiche di relazione all’interno delle quali l’ospite preso in carico – spesso adolescente – agisce e cresce.
Si tratta di un’analisi volta a evidenziare i nodi e le incongruenze che limitano o talvolta impediscono lo sviluppo pieno e sereno della persona in direzione di ciò che è maggiormente conforme alla sua natura e alle sue potenzialità, condizione propedeutica per uno svolgimento positivo dei suoi compiti e dei ruoli che di volta in volta è chiamato a interpretare. Tali nodi possono infatti determinare nell’ospite comportamenti inappropriati, difficoltà relazionali e di apprendimento non necessariamente ascrivibili a dimensioni psico-patologiche, che possono essere inquadrate e affrontate anche attraverso strategie di comunicazione felice.
Col termine felice – che in questa sede preferiamo impiegare in luogo del più frequente efficace – possiamo intendere tutte quelle pratiche comunicative che pongano i soggetti in gioco nella condizione di poter esprimere, in maniera fertile e produttiva, le potenzialità migliori del proprio talento specifico, in piena armonia coi suoi contesti di riferimento (famiglia, scuola, luoghi di aggregazione tra pari).
Comunicare è l’attività che precede, accompagna e segue ogni altra attività vivente. Eppure, nella media delle relazioni umane, comunicare è un processo che si sviluppa attraverso automatismi e dispositivi a basso investimento cognitivo. Riconoscere le caratteristiche di questi automatismi e imparare a impiegare consapevolmente tutti gli strumenti che la comunicazione può offrire – dalla propria voce naturale, alla scrittura, ai dispositivi tecnologici di uso più comune – è il primo passo verso una condizione di salute esistenziale, un varco verso la costruzione di una felicità (o fertilità, è lo stesso) inter-soggettiva e non più individuale.
Le pratiche comunicative possono essere studiate ed esperite in molteplici modalità, anche attraverso il gioco. La prassi teatrale è una di queste, probabilmente la più compiuta perché accende l’attenzione simultaneamente su tutti i piani della comunicazione: verbale, para-verbale e non- verbale. Pone l’attenzione altresì sulle componenti motivazionali dell’agire umano e al tempo stesso sollecita le emozioni, che costituiscono la risorsa primaria di ogni processo cognitivo, la base di partenza per qualsiasi percorso orientato all’acquisizione dell’auto-consapevolezza e della fiducia in se stessi.
Per questo motivo, la proposta formativa qui presentata mutua dai linguaggi teatrali alcuni concetti e alcune pratiche, prima tra le quali quella del dialogo.
L’analisi delle dinamiche di relazione e il loro eventuale rimodellamento avviene attraverso l’esercitazione al dialogo e alle sue pratiche di scrittura che – secondo il metodo qui proposto – divengono perno centrale della consulenza pedagogica.
Nella vita quotidiana si parla, si discute, si chiacchiera, si confrontano o si impongono idee e opinioni ma quasi mai si dialoga. Dialogare è un’arte complessa che richiede un consistente sforzo cognitivo, un assetto mentale decentrato da se stessi, una radicale disponibilità all’ascolto che implica la rinuncia a ogni forma di risposta pre-confezionata, una costante attitudine alla ricerca della parola e del gesto più appropriato nel qui ed ora. L’arte del dialogo richiede inoltre una conoscenza delle dinamiche inter-soggettive che più frequentemente conducono agli automatismi di risposta e ai loop dialogici: sono questi, in realtà, i principali nodi da sciogliere negli atti comunicativi disfunzionali.
Condurre un dialogo, in ambito pedagogico, implica la capacità strategica di restituire alla parola la sua forza modificatrice di eventi e comportamenti, la capacità di riconoscere, nelle parole, i loro limiti e il loro peso, la loro potenza guaritrice e i danni eventuali che possono produrre, le strette interrelazioni tra ciò che andrebbe detto e e ciò che va taciuto o detto in altro modo, al di là delle parole. Si tratta di una capacità che – a ben vedere – dovrebbe essere appannaggio non soltanto del consulente pedagogico ma di tutti i professionisti dell’umano che nel loro quotidiano lavoro si confrontano col delicato tessuto di personalità in crescita, di fronte ai passaggi critici o più semplicemente di fronte all’arduo compito di essere nel mondo in maniera felice e conforme alla propria natura.
La competenza dialogica – così come intesa nel metodo qui proposto – diviene dunque lo strumento di base per interventi di consulenza in molteplici ambiti professionali, da quelli prettamente istituzionali – quali scuole, case famiglia, ospedali, case circondariali – a quelli dell’attività privata.
Finalità
Trasmettere al professionista, impegnato in ambito educativo, una metodologia di lavoro basata su competenze dialogiche e comunicazionali. Tali competenze conferiscono all’operatore la capacità di riconoscere e di rettificare – entro i limiti consentiti dal suo ruolo – i nodi e le disfunzioni relazionali che impediscono lo sviluppo sereno del proprio ospite, in direzione di ciò che è maggiormente conforme alla sua natura e alle sue potenzialità, allo svolgimento positivo dei suoi compiti e dei ruoli che di volta in volta è chiamato a interpretare. L’analisi dei casi concreti riferibili alle esperienze vissute dai partecipanti consentirà ai singoli di contestualizzare tale metodologia di lavoro, in prospettiva di progetti educativi specifici immediatamente spendibili nell’esercizio della propria attività.
Destinatari
pedagogisti, educatori, docenti di ogni ordine e grado.
Programma
800 ore complessive così distribuite
- 120 ore di didattica online
- 380 ore di studio individuale tramite testi e dispense
- 100 ore di supervisione
- 200 ore di elaborato tesi finale
Seminari
I
- Registri comunicativi come strumenti per la conduzione del colloquio
- La comunicazione interpersonale e le sue specificità: verbale, para-verbale e non verbale
- La prosodia e l’importanza della componente para-verbale.
- La voce come strumento di se-duzione (di conduzione a sé) dell’interlocutore
- Gli indizi comunicativi che passano attraverso il corpo: posture, mimiche facciali, gestualità, prossemiche e modi di vestire
- La creazione di un setting adatto alla consulenza pedagogica: l’importanza comunicativa dello spazio e la cura delle sue componenti estetiche
II
- Imparare a comunicare. Educare ad una sana comunicazione
- Dieci possibili strategie comunicative
- Aspetti disfunzionali e paradossi della comunicazione
- Natura e gestione dei conflitti nelle relazioni interpersonali
- L’arte del dialogo – la scelta delle parole appropriate, la distinzione tra i detti e i non-detti
- La scrittura dialogica come pratica esplorativa delle relazioni umane, dei nodi biografici ed autobiografici.
- Esercitazioni pratiche – letture, video e simulazioni di scenari comunicativi
III
- Il gioco delle parti e la differenza tra ruolo e persona: i “copioni di vita” e le loro possibili riscritture attraverso cambi di prospettiva da parte degli attori in gioco
- Analisi di case-history desunti dall’esperienza diretta dei partecipanti
- La progettazione di attività ludiche a impianto didattico/educativo formulate ad hoc per i casi specifici presi in esame
- Definizione di un modello di riferimento per la stesura dell’elaborato finale
IV
- La natura specifica del colloquio clinico in ambito pedagogico
- Costruire il setting e la cornice professionale.
- Accogliere la famiglia
- Fase anamnestica e osservazione del contesto.
- Esame osservativo del campo relazionale diretto o indiretto.
- Organizzare la progettazione educativa.
- Criteri generali, modelli di riferimento e redazione dei documenti
V
- Il sostegno pedagogico alla neo-famiglia e alla famiglia in fase critica
- La presa in carico della famiglia che vive la disabilità.
- Osservazione pedagogica e documentazione.
- Prevenzione e progettazione.
- 800 ore complessive così distribuite
- 120 ore di didattica online
- 380 ore di studio individuale tramite testi e dispense
- 100 ore di supervisione tramite ogni canale comunicativo
- 200 ore di elaborato tesi finale (presentazione di un caso concordato ed elaborato con il relatore)
Rilascio di dispense e materiale didattico
Docenti
- Agostino Basile Pedagogista specialista in pedagogia clinica e neuropedagogia
- Debora Di Jorio Pedagogista specialista in pedagogia clinica e neuropedagogia
- Massimo Maraviglia Docente Autore Regista Teatrale
Tempi
durata 5 mesi – un fine settimana al mese secondo i seguenti orari (gli orari della didattica online possono subire variazioni in base alle modalità formative dei docenti):
- sabato 9.00/11.00 – 11.30/13.30 – 15.30/18.30
- domenica 9.00/11.00 – 11.30/13.30 – 15.30/18.30
Calendario
- 9-10 settembre
- 7-9 ottobre
- 11-12- novembre
- 9-10 dicembre
- 13-14 gennaio
Costi
€ 850,00 (+ € 20,00 in caso di imballaggio e spedizione del diploma) così suddivisi :
- iscrizione € 100,00 da versare contestualmente all’impegno contrattuale compilato su questo sito al seguente link https://centrooida.it/modulo-di-iscrizione/ e correttamente inviato.
- quota di partecipazione € 750,00 divisi in 2 rate da € 375,00 (vedi sezione Pagamenti)
(si accettano pagamenti individualizzati tramite accordo con la segreteria amministrativa).
Titolo
Attestato di Perfezionamento Professionale in Il Colloquio clinico in ambito pedagogico, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione
I costi sono esenti iva poiché il corso è promosso da un Ente accreditato (art.10)
Al fine di migliorare la qualità del percorso formativo l’organizzazione si riserva di apportare se e dove necessario le dovute modifiche.